Le nostre sfide per il benessere anziano

In seguito al periodo Covid sono emersi da un lato i limiti del vecchio modello di residenzialità per le persone anziane e dall’altro lato sono state evidenziate opportunità fino a quel momento sconosciute, emerse grazie alle nuove applicazioni tecnologiche nel mondo della cura. Per le cure domiciliari, le tecnologie informatiche si presentano come strumenti di supporto: basti pensare ai dispositivi per il controllo dei parametri vitali ed ambientali, agli strumenti dedicati alla gestione quotidiana (reminder, agenda farmaci, esercizi riabilitativi e motori) e agli strumenti cognitivamente sofisticati (come i robot educativi oppure i robot interattivi). Il Progetto si propone di progettare una proposta laboratoriale di ampie dimensioni che vuole indagare il prezioso link tra benessere anziano, prevenzione e tecnologie in alcuni ambienti protetti – miniappartamenti e centri diurni – dei comuni di Carpi, Modena, Parma e Reggio Emilia.


Il Progetto coinvolge tutti i principali soggetti impegnati nell’assistenza sociosanitaria del Territorio (amministrazioni comunali, ASP, AUSL) e le competenze interdisciplinari che contraddistinguono i Dipartimenti UNIMORE. Il Piano Operativo vuole proporre un modello reticolare di cura per la popolazione anziana, incentrato su una governance multilivello in grado di coinvolgere enti territoriali, aziende sanitarie, aziende per i servizi alla persona e relative strutture di intervento. Al centro dell’azione progettuale si trovano le strutture residenziali che, grazie alla sperimentazione di nuove prassi tecnologiche, vogliono presentarsi come luoghi di vita ad alta sicurezza, orientati a promuovere il benessere dell’ospite anziano favorendone uno stile di vita consapevolmente orientato a preservare l’autonomia, la salute e la dignità. È evidente che il modello di cura proposto vuole essere condiviso anche nell’ottica di una sua auspicabile estensione alle abitazioni private degli anziani del futuro, per prevenire laddove possibile un’eventuale istituzionalizzazione.


Il modello proposto trae la sua forza dalla possibilità di includere le tecnologie nelle pratiche di cura. Da un lato questi strumenti innovativi si presentano come alleati assistenziali: basti pensare al ruolo dei sensori che intendono garantire l’autonomia ai soggetti coinvolti e al digital twin che vuole ottenere dati preziosi relativi alla loro routine. Dall’altro lato gli utensili tecnologici figurano come occasioni per allenare le abilità cognitive e le abilità sociali, essenziali per il mantenimento del benessere psico-fisico: basti pensare ai social robots, i quali – grazie ad un’idonea “libreria funzionale” – propongono attività che vogliono incentivare il mantenimento delle abilità essenziali che consentono di affrontare al meglio la quotidianità (ad esempio, la memoria e la capacità di rispondere alle esigenze contestuali).

In accordo con la volontà di riconoscere il prezioso link tra terza età, tecnologie, ambiente inclusivo, prevenzione e competenze cognitivo-sociali, gli obiettivi principali del Progetto possono essere suddivisi in quattro macrocategorie, le quali sono rese operative grazie a specifiche attività che fanno leva sulle differenti competenze, abilità e risorse della compagine.

Al fine di progettare ambienti inclusivi a supporto dell’autonomia, è previsto nel disegno sperimentale l’inserimento di ausili specifici, insieme alla progettazione di accorgimenti edilizi negli immobili dei soggetti proponenti. Da un punto di vista tecnologico, vengono inclusi negli spazi abitativi alcuni dispositivi con applicazioni volte a supportare l’anziano nella sua routine (ad esempio, tablet) e servizi di monitoraggio che funzionano grazie alla strategia della sensoristica (ad esempio, sensori di temperatura e di movimento). In linea con gli obiettivi correlati alla prevenzione, il Progetto intende anche sperimentare il digital twin dell’anziano in grado di riflettere la sua evoluzione nel tempo, di identificare lo stile di vita e di intercettare eventuali variazioni.

Nella proposta progettuale è prevista la pianificazione di un training cognitivo avente ad oggetto la stimolazione delle differenti abilità di base (ad esempio, il linguaggio e la memoria). Se alcuni interventi vengono progettati in modalità tradizionale – ad esempio, con supporti cartacei come i materiali iconici autobiografici – altri vengono implementati a partire dall’utilizzo dei robot sociali, i quali propongono – tramite una modalità comunicativa interattiva – esercizi che stimolano abilità come quelle visuo-spaziali e inferenziali. A essere oggetto di interesse sono anche le abilità relazionali: è questo il motivo per il quale la maggior parte delle proposte operative vengono progettate in un formato a piccolo gruppo, formato che prevede un meccanismo di continuo confronto.

Al fine di migliorare le condizioni di salute generale, viene effettuata una valutazione basale dello stato di salute dell’anziano ospite delle strutture residenziali coinvolte, utile per definire l’inquadramento clinico rispetto al quale compiere monitoraggi periodici nel corso del tempo. Per questioni sempre legate alla prevenzione, si intende incentivare l’attività fisica e monitorare l’alimentazione – attraverso specifiche apps – e si intende monitorare con costanza i parametri vitali grazie a dispositivi medici certificati (wearable e non).

Per mettere a punto un’autentica rete di servizi, l’intenzione è quella di integrare i dati provenienti dalle varie direzioni sperimentali: il monitoraggio dei parametri, le valutazioni neuro-cognitive, le strategie organizzative residenziali, il livello di soddisfazione di utenti e professionisti. L’obiettivo ultimo della compagine è la progettazione di corsi periodici dedicati al personale sanitario e amministrativo delle strutture relativi alle modalità di utilizzo delle tecnologie adottate e alla gestione del modello di servizi messo a punto.