LORENZO SABATTINI, Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
La robotica assistiva-sociale è da considerarsi uno strumento dalle numerose potenzialità da un punto di vista terapeutico nella terza età: grazie alla sua capacità di dare vita ad un setting interattivo e dai connotati ludici, il robot sostiene il coinvolgimento degli utenti e delle loro abilità cognitive-sociali.

Come e perché la robotica assistiva-sociale si presenta come strumento fondamentale dal punto di vista terapeutico?
La robotica assistiva-sociale si presenta come elemento cruciale dal punto di vista terapeutico in virtù della sua capacità di integrarsi armoniosamente con le terapie convenzionali condotte da “terapisti umani”.
A interessarci è il fatto che l’introduzione di queste tecnologie negli ambienti domestici e nella routine quotidiana dei pazienti consente di creare un contesto terapeutico più inclusivo e personalizzato: ciò permette di trasferire le attività di cura al di fuori del tradizionale setting clinico e sostiene la creazione di interazioni naturali nella vita quotidiana.
Un elemento distintivo che rende i sistemi robotici particolarmente vantaggiosi è l’approccio ludico che contraddistingue il loro utilizzo. Il gioco è parte integrante del percorso di cura in quanto stimola sia il coinvolgimento sia la motivazione. La natura interattiva e ludica dei dispositivi robotici contribuisce a mantenere elevato l’interesse del paziente, incoraggiando la partecipazione consapevole alle attività proposte.
A differenza delle interazioni con semplici schermi, la robotica offre anche il vantaggio tangibile della fisicità. La possibilità di interagire con un dispositivo che occupa uno spazio fisico arricchisce psicologicamente l’esperienza, potenzia la connessione emotiva e la percezione di sé/dell’altro da sé.
In sintesi, la robotica assistiva-sociale si presenta come come uno strumento terapeutico fondamentale in quanto consente di integrare le terapie “tradizionali”, offre una specifica flessibilità ambientale, propone un approccio ludico e sfrutta la fisicità per arricchire l’esperienza.
Quali caratteristiche morfologiche deve avere un robot sociale per riuscire a stabilire un’interazione proficua con l’utente anziano?
La definizione delle caratteristiche morfologiche di un robot sociale che deve interagire con un soggetto agé è un compito complesso e richiede approfondimenti continui poiché l’accettabilità sociale è attualmente oggetto di ricerca. Tuttavia, alcune considerazioni-chiave possono guidare lo sviluppo e l’implementazione di tali dispositivi:
- Sicurezza. Il robot deve essere progettato considerando soprattutto la sicurezza in quanto deve garantire l’incolumità dell’utente con cui interagisce. Meccanismi di sicurezza avanzati, come i sensori per l’evitamento degli ostacoli e gli algoritmi di rilevamento delle situazioni di pericolo, sono essenziali per mitigare “rischi potenziali”.
- Semplicità. Il robot sociale dovrebbe essere intuitivo e accessibile per facilitare un’interazione agevole per gli anziani, solitamente meno propensi all’utilizzo della tecnologia. Un’interfaccia chiara e un controllo semplificato contribuiscono a garantire un’interazione positiva ed efficace.
- Affidabilità operativa. L’affidabilità operativa è altresì fondamentale. Il robot dovrebbe funzionare senza problemi: per questo motivo, è necessario minimizzare gli errori o le interruzioni operative che potrebbero compromettere l’esperienza dell’utente anziano. Una progettazione “robusta” e test rigorosi sono essenziali per garantire la stabilità e la coerenza delle prestazioni del robot nel tempo.
Va sottolineato che la definizione delle caratteristiche morfologiche dovrebbe derivare da approfondite ricerche e dalle interazioni con gli utenti anziani stessi. L’ascolto attivo delle esigenze, dei feedback e delle preferenze degli utenti è fondamentale per sviluppare un robot sociale che soddisfi realmente le aspettative della popolazione coinvolta: l’implementazione di un sistema robotico progettato a partire dalle esigenze degli anziani potrebbe essere uno dei risultati più interessanti di Lively Ageing.
La ricerca degli ultimi anni ci ricorda che da un lato i robot sociali si presentano come compagni e come interlocutori e che dall’altro lato si presentano come occasioni di training cognitivo. Cosa possiamo dire circa queste due modalità di utilizzo?
La prima cosa da considerare è che i robot possono senz’altro offrire benefici emotivo-sociali, ma che al tempo stesso non possono sostituire l’interazione umana, né replicare le connessioni emozionali uniche che gli individui sono in grado di stabilire tra loro. Pertanto, nell’ottica di un percorso terapeutico autentico e inclusivo è necessario integrare interventi relazionali “reali” e interventi relazionali “digitali”.
Da un lato, i robot sociali si presentano come compagni e interlocutori, fornendo un’opportunità di interazione, elemento particolarmente rilevante nella terza età, periodo della vita nel quale si può percepire un senso di solitudine e di allontanamento dal network sociale. Come già accennato, è essenziale sottolineare che questa interazione non mira a sostituire le relazioni umane, ma piuttosto a integrarle, offrendo un’opportunità relazionale qualitativamente peculiare.
Dall’altro lato, i robot sociali possono essere considerati efficaci strumenti per il training cognitivo. Attraverso attività ludiche, esercizi di memoria o stimoli cognitivi, i dispositivi offrono un’occasione interattiva utile per mantenere attiva la mente degli anziani. Se è vero che queste attività sono finalizzate al potenziamento delle funzioni cognitive, è anche vero che si presentano come opportunità preziose per il mantenimento del benessere mentale degli utenti.
Nel Progetto Lively Ageing, viene citato un robot sociale che propone occasioni di allenamento cognitivo. É possibile avere alcune anticipazioni sulle possibilità e sugli obiettivi di utilizzo del dispositivo?
Nel Progetto Lively Ageing, il robot sociale concepito per offrire occasioni di allenamento cognitivo, si propone di fornire un’esperienza interattiva e coinvolgente per gli utenti anziani. Le possibilità e gli obiettivi di utilizzo del dispositivo si concentrano sulla progettazione di attività ludiche e sfruttano le metodologie di realtà aumentata, al fine di stimolare diverse aree cognitive.
Il robot sarà sviluppato per proporre attività che coinvolgono il movimento nello spazio (attività fisica) e per proporre attività che consentono di mantenere attiva la memoria a breve e a lungo termine (attività mnemoniche e di storytelling). Inoltre, il robot sposterà l’attenzione degli utenti sull’associazione visiva di concetti e oggetti e offrirà la possibilità di partecipare ad attività che sollecitano il pensiero critico e creativo. Ad essere considerata è anche la realtà aumentata, strumento che consente di creare un’esperienza particolarmente immersiva.
In sintesi, il robot sociale sviluppato nel Progetto si propone di offrire opportunità di allenamento cognitivo attraverso attività ludiche che coinvolgono il movimento, la memoria e l’associazione di concetti e oggetti. Inoltre, il coinvolgimento della realtà aumentata mira a rendere queste attività non solo efficaci dal punto di vista cognitivo, ma anche coinvolgenti e divertenti.