Le numerose professionalità coinvolte nel Piano Operativo consentono di integrare più consapevolezze, necessarie per la progettazione di piani d’azione lungimiranti che consentono di intervenire secondo il principio del best interest degli anziani.


Il Progetto vuole proporre un modello di cura integrato che possa essere considerato un esempio per l’intero Sistema Sanitario Nazionale. Grazie alle competenze in ambito di management pubblico e privato, la compagine intende incentivare l’integrazione dei servizi erogati a livello locale da un lato per monitorare al meglio il benessere psico-fisico e cognitivo dell’anziano e dall’altro lato per riuscire a selezionare le strategie idonee per rendere più ergonomico l’intervento del personale sociosanitario.


Gli strumenti tecnologici si presentano come stratagemmi di prevenzione sia per quanto riguarda la salute fisica sia per la salute psicologica. Uno degli aspetti più innovativi del Progetto ha a che vedere con la volontà di sperimentare nei contesti residenziali coinvolti l’utilità dei dispositivi correlati alla domiotica (ad esempio, la sensoristica avanzata) e alle moderne tecnologie di data integration (ad esempio, il digital twin).


Considerando sempre la dimensione tecnologica, particolarmente importanti sono anche i dispositivi robotici, i quali possono essere considerati veri e propri utensili cognitivo-sociali. Se i robot educativi programmabili chiedono agli utenti di simulare mentalmente una serie di azioni utili per essere spostati nello spazio a disposizione (e di perfezionare, pertanto, abilità come il problem solving), i social robots propongono occasioni di allenamento cognitivo a partire dall’implementazione di uno scambio comunicativo utente-macchina digitale.


Recenti studi neuroscientifici ci informano circa il funzionamento cerebrale anziano e circa i fattori di rischio correlati alla comparsa delle patologie neurodegenerative: per questa ragione, ad essere considerata nella fase iniziale del progetto è la valutazione neuro-cognitiva dei soggetti agés che abitano le strutture residenziali. A partire da questi parametri, viene messo a punto un training personalizzato che prevede soprattutto attività di storytelling, le quali si presentano opportunità cognitive preziose: nel momento in cui i soggetti devono recuperare momenti della propria vita e raccontarli intervengono su abilità quali la memoria autobiografica, mentre nel momento in cui devono dare vita a trame controfattuali incentivano l’allenamento del pensiero creativo e flessibile.


Ad essere valorizzata nel Progetto è l’organizzazione delle strutture residenziali e semiresidenziali dedicate alla popolazione anziana del Territorio: il disegno sperimentale vuole rivisitare e perfezionare le prassi operative quotidiane a partire dalla considerazione delle esigenze specifiche dei singoli utenti e dalle opportunità correlate alla tecnologia e incrementare l’efficienza e la qualità delle operazioni svolte dal personale sociosanitario operante nelle strutture.


Nel Piano Operativo ad essere considerati sono gli stili di vita dei soggetti in età anziana, i quali si presentano come informazioni imprescindibili per intervenire in un’ottica di prevenzione: avere la possibilità di monitorare costantemente parametri vitali (come la pressione e il battito cardiaco) facilita il riconoscimento di eventuali situazioni delicate a livello cardio-vascolare.