
Le parole chiave che consentono di approcciarsi al meglio alla proposta progettuale
Ambient Assisted Living – AAL
Con Ambient Assisted Living (AAL) si fa riferimento ad una serie di soluzioni strutturate in grado di misurare alcuni parametri/comportamenti attraverso un sistema di monitoraggio dedicato ai soggetti più fragili al fine di attivare interventi tempestivi ove necessario, oltre che una raccolta dei dati nel medio-lungo periodo. Grazie ad applicativi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale è possibile riconoscere ed evidenziare i diversi profili di utenza e diversi pattern comportamentali, facilitando la gestione delle situazioni anomale da parte del personale assistenziale. A mero titolo di esempio le situazioni e i comportamenti da monitorare possono essere i seguenti: uscite/allontanamento, cadute, abbandono del letto/alzata dal letto, permanenza in bagno.
Appartamenti protetti
Gli appartamenti protetti gestiti dall’ASP di Reggio Emilia sono un modo innovativo di abitare dedicato alla terza età, una possibilità di vita autonoma in un ambiente sicuro e controllato. La disponibilità degli appartamenti è rivolta ad anziani sufficientemente autonomi nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (e/o a coppie di anziani soli dove uno dei due mantenga una sufficiente autonomia) oppure a persone anziane con reddito basso, disagio abitativo, problematiche non gravi di tipo sanitario. Oltre all’assegnazione dell’alloggio, il servizio risponde tempestivamente al bisogno di sicurezza mediante un sistema di chiamata agli operatori, garantisce la verifica quotidiana delle condizioni di salute/l’attivazione degli interventi di emergenza necessari e prevede alcune prestazioni di natura infermieristica. Ad essere tenuta in considerazione in questi setting è anche l’imprescindibile dimensione ricreativa e sociale: gli anziani interessati possono partecipare ad iniziative di animazione e socializzazione organizzate dalla Casa Residenza più vicina e fruire – anche solo temporaneamente – di alcuni servizi interni alla medesima (ad esempio, ristorazione e lavanderia).
Codice iconico
Recenti studi neuroscientifici ci suggeriscono che i soggetti – di qualsiasi età e sin dai primi anni di vita – ricordano e rielaborano meglio la realtà se si avvalgono del supporto del codice iconico. Le ricerche condotte in neuroimaging ci ricordano che quando leggiamo materiale verbale – ad esempio, una pagina di romanzo – lo trasformiamo in figure e che quando immaginiamo ciò che non c’è – ovvero, quando esercitiamo il cosiddetto pensiero controfattuale – attiviamo le aree cerebrali visive. Queste aree sembrano subire un deterioramento lieve nella terza età ed è questo il motivo per il quale nei progetti sperimentali dedicati alla popolazione anziana è importante proporre attività che prevedono la presenza del codice iconico. Ad esempio, quando chiediamo di raccontare un avvenimento personale possiamo suggerire l’integrazione di eventuali figure e disegni, così come quando forniamo indicazioni relative alla routine oppure alla condizione di salute possiamo prevedere la presenza di simboli che sostengono il processo di memorizzazione.
Digital Twin
Il concetto di digital twin si riferisce alla rappresentazione digitale di un oggetto del mondo reale. Questa rappresentazione digitale è in grado di riflettere in tempo reale (o quasi) le caratteristiche e il comportamento dell’oggetto che sta replicando. Nell’ambito dell’invecchiamento attivo, un digital twin può essere utilizzato per creare una replica digitale di una persona anziana, includendo dati relativi alla sua salute, stile di vita, abitudini quotidiane e altro. Grazie ai dati raccolti da dispositivi indossabili e sensori domestici, il digital twin riflette le abitudini quotidiane, le attività fisiche, le routine di sonno e altri indicatori di benessere. Inoltre, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, i dati del digital twin possono essere analizzati per identificare pattern e cambiamenti significativi, intesi come segnali di potenziale rischio (ad esempio, cali repentini nell’attività fisica giornaliera oppure anomalie nei parametri vitali).
Dispositivi wearable
I dispositivi wearable sono quella categoria di dispositivi elettronici che possono essere indossati (ad esempio, lo smartwatch). Sempre più diffusi per uso personale, questi dispositivi sono in grado di offrire un valido contributo quando impiegati in ambito medico-sanitario: attraverso sensori, attuatori e software collegati dal dispositivo a smartphone o tablet, i device intelligenti indossati dai pazienti consentono la raccolta, l’analisi e la trasmissione in tempo reale dei dati personali. Il risultato è una tecnologia sanitaria smart – decisamente poco invasiva – che può rendere il monitoraggio costante dei valori vitali, come temperatura corporea, battito cardiaco e concentrazione dell’ossigeno nel sangue dati immediatamente fruibili dal personale sanitario.
Invecchiamento
Il processo di invecchiamento viene investito di significati differenti in base all’ambito di studio-disciplinare considerato. Per l’ambito medico-geriatrico, invecchiare significa andare incontro a una serie di modificazioni fisiche inevitabili che riguardano le cellule e i tessuti e che conducono ad un maggior rischio di malattia. Secondo i sociologi, invece, invecchiare significa terminare la fase della vita dedicata alla produttività e iniziare una nuova fase dedicata ai passatempi e alle passioni personali. Per gli psicologi, infine, l’invecchiamento è da considerarsi un processo complesso e sofisticato che chiama in causa sì le modificazioni fisiche dell’organismo, ma soprattutto le modificazioni di altra natura: sociali, identitarie e relazionali.
Realtà virtuale
La realtà virtuale può essere definita come “una situazione messa a punto con gli algoritmi artificiali che porta gli individui a sentirsi immersi nella condizione digitale e ad avere poca consapevolezza della distanza dalla realtà fisica”. Dal punto di vista strutturale-contenutistico, esistono almeno due tipologie di realtà virtuale che si differenziano sia per il livello di immersione sia per i contenuti proposti. I materiali virtuali immersivi, simili ai materiali narrativi di natura informativa, chiedono agli utenti di navigare la realtà virtuale svolgendo particolari compiti goal-based: si pensi ad un ambiente ludico che suggerisce di recuperare tutti i frutti da un albero e di posizionarli in un cestino per allenare le competenze matematiche. I materiali virtuali immersivi, simili ai materiali narrativi finzionali, propongono vere e proprie coordinate spazio-temporali che chiedono all’utente di spostarsi sul piano virtuale, di simulare e svolgere azioni coerenti con il contenuto: si pensi ad un video che ripropone il setting marittimo e ad un utente che deve muoversi tra la fauna e la flora che incontra.
Robot programmabili
I robot programmabili possono essere definiti strumenti di pensiero in quanto consentono di intervenire simultaneamente su più abilità di natura cognitiva. Programmare un dispositivo robotico per farlo muovere e per fargli compiere specifiche azioni – correlate, ad esempio, ad uno sfondo narrativo che suggerisce determinati spostamenti – chiede ai soggetti di esercitare competenze quali il pensiero computazionale, il problem solving, il pensiero creativo e il mind reading. Queste abilità si presentano come essenziali nella quotidianità e meritano di essere allenate anche – e soprattutto – nel corso della terza età: è questo il motivo per il quale attività sfidanti con i robot educativi possono essere previste nelle progettualità dedicate a questo periodo di vita. Tra i robot programmabili più recenti e innovativi, troviamo BlueBot (un’ape che deve essere programmata tramite alcuni tasti sul dorso) e mTiny (un panda che deve essere programmato attraverso opportune input cards).
Robot sociali e interattivi
Un robot sociale è un robot – autonomo o semi-autonomo – capace di interagire e comunicare con gli esseri umani e con altri agenti fisici seguendo comportamenti sociali legati al suo ruolo. Recenti interventi sperimentali dedicati al benessere agé hanno utilizzato i robot sociali con più obiettivi cognitivi, psicologici e fisici: ridurre l’isolamento sociale, facilitare il movimento e monitorare i problemi di mobilità e rispondere alla mancata opportunità di recreation. In queste ricerche internazionali, è stata offerta la possibilità alla popolazione anziana di interagire con i robot (spesso dalle sembianze animali, come PARO, un robot che somiglia ad un cucciolo di foca), di instaurare con loro conversazioni e discorsi sulle tematiche più disparate e di avviare attività dal valore ludico.
Storytelling autobiografico
Le attività di storytelling autobiografico prevedono il recupero e la condivisione di materiali relativi ad esperienze personali. Lo storytelling è riconosciuto come lo strumento che consente di attribuire significato agli eventi: emerge nei primi anni di vita, si sviluppa all’interno dei contesti sociali e consente di stabilire una sorta di continuità identitaria. Ad essere recuperati e raccontati nei contesti di ricordo condiviso autobiografico sono eventi self-defining che riguardano la dimensione passata dei soggetti: la condivisione di ricordi personali ha un ruolo imprescindibile sia a livello cognitivo (in quanto incentiva il recupero mnemonico e l’integrazione consapevole dei materiali) sia a livello relazionale (in quanto consente di entrare in relazione con altri e di allenare le abilità di mind reading). Un’interessante attività narrativa autobiografica riguarda la creazione del Lifestory Book: ai partecipanti viene suggerito di ricostruire i loro principali avvenimenti autobiografici con il supporto delle fotografie (la proposta può essere avanzata anche in versione digitale tramite APP che prevedono l’utilizzo simultaneo del codice verbale, del codice iconico e del codice sonoro).
Storytelling creativo
Le attività di storytelling creativo consentono di allenare competenze cognitivo-emotive fondamentali come l’immaginazione e la creatività e consentono di “oltrepassare” le difficoltà e le frustrazioni correlate all’operato della memoria autobiografica (spesso compromesso in caso di patologie neurodegenerative). Durante le attività creative, i partecipanti hanno la possibilità di dare vita a trame altre rispetto alla realtà: nel tempo, sono stati messi a punto svariati paradigmi sperimentali che hanno consentito ai partecipanti di progettare narrazioni creative a partire da “stimoli” differenti. Nel caso del programma di intervento TimeSlips ideato da Anne Basting, ad esempio, i soggetti hanno avuto la possibilità di osservare un’immagine e di esercitare le abilità immaginativo-controfattuali avanzando ipotesi relative ai personaggi, alle loro azioni e alle loro emozioni. Nel caso delle innovative attività condotte nei Musei, invece, ai partecipanti è stato suggerito di osservare un “materiale artistico” (ad esempio, un quadro) e di attribuire significato alla scena ritratta attraverso considerazioni contenutistiche e stilistiche.
Telemedicina e ButterfLife
Per il Ministero della Salute con il termine telemedicina “si indica l’insieme di prestazioni sanitarie in cui, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative, il professionista della salute e il paziente non si trovano nello stesso luogo”. La telemedicina è indispensabile soprattutto per le categorie di persone che richiedono un’assistenza continuativa, come ad esempio i soggetti anziani. Il telemonitoraggio multiparametrico facilita l’assistenza domiciliare dei pazienti, consentendo il riconoscimento precoce del deterioramento clinico e riducendo la necessità di ricovero. ButterfLife è un dispositivo medico brevettato non invasivo per il telemonitoraggio dei cinque parametri vitali più importanti, quali frequenza cardiaca (bpm), pressione sanguigna (mmHg), frequenza respiratoria (rpm), saturazione di ossigeno (%) e temperatura corporea (◦Celsius). Inoltre, ButterfLife permette di ottenere un tracciato ECG completo e comprensibile da un medico, dal quale vengono estratte importanti informazioni sulla variabilità del ritmo cardiaco. I dati registrati possono essere osservati direttamente oppure trasmessi al medico via wi-fi.
